Se la scienza sorride ai grassi

grossa grassa bugiaL’ortodossia la conoscete tutti: i magri vivono a lungo, i grassi, beh, peggio per loro. Capirete dunque la sorpresa di sfogliare Nature del 23 maggio e trovarvi un lungo articolo che sostiene il contrario. “Un numero crescente di studi – recita il sommario – dimostra che essere sovrappeso non sempre accorcia la vita, ma alcuni specialisti di salute pubblica preferiscono non parlarne”. Intendiamoci, nessuno mette in dubbio che l’obesità aumenti il rischio di diabete, malattie cardiache, cancro e varie patologie croniche. Ma il paradosso è che “per alcune persone – soprattutto dalla mezza età in poi, o se si è già malati – un po’ di peso extra non è particolarmente dannoso, anzi potrebbe essere utile”. La relazione tra l’indice di massa corporea (BMI) e la mortalità disegna una curva a U, in cui il valore ottimale del peso aggiustato per l’altezza aumenta nel corso della vita. Fate i vostri calcoli e date un’occhiata al grafico. Continua a leggere “Se la scienza sorride ai grassi”

Angelina e la grande C

US actress and director Angelina Jolie i“Angelina Jolie si è sottoposta a mastectomia preventiva? Ma è assurdo!”. Questa è stata la reazione di molte persone, uomini e donne, di fronte alla rivelazione fatta oggi dalla più luminosa star di Hollywood sul New York Times. Ma assurdo non è. La decisione è gravosa, né giusta né sbagliata: è una scelta personale, che trova giustificazione nelle conoscenze scientifiche e nel consenso informato della paziente. Avere l’80% di probabilità di sviluppare il cancro alla mammella mette davanti a un bivio: operarsi riducendo quasi a zero la probabilità di ammalarsi (ben sapendo che potremmo rientrare in quel 20% di casi in cui la mastectomia non era necessaria), oppure convivere con la paura effettuando controlli più approfonditi e frequenti delle consuete mammografie. Angelina ha scelto. Molte prima di lei si sono trovate nella stessa situazione e hanno deciso, si spera opportunamente consigliate sul piano medico e psicologico. La disponibilità di test genetici che rivelano la predisposizione a una malattia (non la certezza di svilupparla) comportano nuove responsabilità per i medici e nuove responsabilità per i pazienti: si può scegliere di sapere o di non sapere, di ricorrere a soluzioni radicali per la prevenzione oppure di non farlo. Sta a noi anche decidere di vivere in maniera consapevole e informata, o passiva e succube, questo scorcio d’alba della medicina genomica. Continua a leggere “Angelina e la grande C”

Fukushima, la contesa della memoria

Fukushima navePer il resto del mondo è “semplicemente” l’anniversario di Fukushima. Ma per il Giappone l’11 marzo è anche il giorno della devastazione di Rikuzentakata e di altri centri che in Occidente non abbiamo mai imparato a nominare. Lo tsunami del 2011 ha spazzato via 1.300 chilometri di costa, oltre a danneggiare i reattori di Daiichi innescando l’incidente nucleare. Ha ucciso diciannovemila persone: vittime non delle radiazioni ma del maremoto. Se sono rimaste in ombra è per la nostra paura nucleare, i sospetti di un cover-up governativo, l’attenzione doverosamente dedicata alle gesta eroiche di chi rischiava la vita per spegnere l’impianto.
Molti probabilmente ricordano la nave da 330 tonnellate scaraventata nell’entroterra come il giocattolo di un bambino. Per un cortocircuito emotivo quelle immagini di furia naturale sono diventate il simbolo della pericolosità dell’atomo e dell’hubris degli umani. A due anni di distanza, forse, è passato abbastanza tempo per provare a mettere un po’ in ordine dati ed emozioni. Continua a leggere “Fukushima, la contesa della memoria”

Benedetti antiretrovirali

MANDELA HIVPICNel Sudafrica dove persino Mandela ha perso un figlio a causa dell’Aids, la battaglia contro il virus è a un punto di svolta. L’Hiv corre ancora, tirando la volata anche alla tubercolosi, perché quando le difese immunitarie si indeboliscono anche una malattia ottocentesca può riconquistare la scena. Ma due lavori relativi ad un distretto rurale pesantemente colpito dall’Hiv-Aids (KwaZulu-Natal), usciti oggi su Science, dimostrano che la distribuzione pubblica degli antiretrovirali funziona. Anzi è uno degli interventi di politica sanitaria di maggior successo mai intrapresi nell’Africa sub-sahariana. Il cocktail di farmaci interrompe la replicazione del virus in chi è già sieropositivo, consentendo al suo sistema immunitario di ripartire e restituendo all’individuo una vita pressoché normale. Non solo: abbassando il carico virale dei sieropositivi protegge, di rimbalzo, anche i sieronegativi. Insomma ostacola la diffusione del contagio e aumenta di oltre un decennio le aspettative di vita della popolazione generale. Tutto questo con un rapporto tra costo ed efficacia che, per gli standard delle politiche sanitarie, è più che sostenibile. E’ buono. Continua a leggere “Benedetti antiretrovirali”

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