L’ex direttrice del Museo di storia naturale di Verona, Alessandra Aspes, è accusata di aver danneggiato preziosi reperti preistorici. La Procura di Verona ha chiuso le indagini e i giornali locali scrivono di un rinvio a giudizio imminente. Lo scandalo, raccontato per la prima volta sul Corriere da Gian Antonio Stella nel luglio del 2010, aveva varcato i confini nazionali finendo sulle pagine di Nature. Cosa fai se possiedi una collezione di ossa e artefatti rinvenuti in una zona abitata da Neandertal in quella fase cruciale della preistoria in cui forse si è incontrato con i primi uomini anatomicamente moderni? Li conservi al sicuro dalle contaminazioni, in condizioni di temperatura e umidità ottimali, per poterli studiare con le ultime tecnologie disponibili. Nuove tecniche di datazione, sofisticate analisi del Dna. E’ ovvio. Eppure a Verona è accaduto l’impensabile. Continua a leggere “Selci blu. Di chi è la colpa?”
Donna, neandertaliana, moderna
Il pasticciaccio è nato da un’intervista di Der Spiegel a George Church. Genetista di Harvard, pioniere della biologia di sintesi, promotore del Personal Genome Project. Un vero leading scientist, autore del visionario libro Regenesis. Il giornale tedesco parla con Church della possibilità di riportare in vita Neandertal: abbiamo il genoma, in teoria nulla vieta di pensare che in futuro riusciremo a superare le difficoltà tecniche e a clonarlo. L’intervista è disinvolta e tira la volata ai tabloid che titolano “Donna avventurosa cercasi. Genetista di Harvard vuole clonare Neandertal”. La notizia fa il giro del mondo, e viene ripresa anche in Italia. Church, ovviamente, è costretto a smentire: “No, non cerco madri surrogate avventurose. No, tra i miei progetti non c’è la clonazione di Neandertal. No, non sto sollecitando altri a farlo”. Come dire, tanto rumore per nulla. La clonazione del nostro “cugino-progenitore” estinto non è all’ordine del giorno della scienza. Ma proviamo a pensarci: a parte la reazione di istinto, quali sono le motivazioni che ci fanno ritenere che sarebbe sbagliato clonare un uomo o una donna di Neandertal? Continua a leggere “Donna, neandertaliana, moderna”
L’impronta di Mary Leakey
Il 6 febbraio, cento anni fa, nasceva Mary Leakey (1913-1996). L’hanno definitita la grande dama dell’archeologia, ma quella connotazione di genere rischia di sminuirla. Mary infatti è stata tra i fondatori della moderna paleoantropologia. Capostipite della più importante dinastia di cercatori di fossili, arrivata ormai alla terza generazione. E’ stata una donna anticonformista e baciata dalla fortuna. Figlia di un paesaggista, aveva studiato arte ma l’archeologia l’aveva imparata (e rinnovata) sul campo, nel mezzo dell’Africa. Partita negli anni ’30 al seguito di un uomo sposato, archeologo affermato a Cambridge, dieci anni più grande di lei. Fu scandalo. E poi fu magia. Louis le faceva ombra con le sue abilità di comunicatore, ma dicono che tra i due fosse lei la vera cacciatrice di fossili. Fumatrice di sigari cubani, indipendente al punto da contestare le interpretazioni del marito, soprattutto negli ultimi anni. Continua a leggere “L’impronta di Mary Leakey”